Passo dopo passo
Round Robin
È come togliersi le scarpe e muovere i primi passi, incerti, a piedi nudi su di un pavimento fatto di tavole di legno in una stanza completamente buia; non sai dove andare, non sai se ci puoi andare, o forse non sai se davvero vuoi farlo. Un’inquietudine che ti paralizza, blocca ogni piccolo movimento volontario del tuo corpo e ti tiene inchiodato ai dubbi, tanti, forse troppi; eppure senti che dentro di te sei tutt’altro che fermo, tutto tranne che spento.
La non conoscenza delle cose ti porta ad uno stato di eccitazione talmente elevato che quella paralisi si trasforma in tremolio, forte inquietudine per poi diventare frenesia; sei completamente ubriaco di questa situazione che quando scopri che è diventata tua complice è tardi per mandarla via. È in quel momento che le tue dita, nude, si sollevano leggermente dalle tavole di legno, anche solo per capire cosa succede; ma ancora no, non è sufficiente, questo non ti basta, non è successo niente. Barcolli, non vedi, non senti… una situazione vissuta tante altre volte senza trovarsi al buio pensi, ma il desiderio di sapere, di togliere spazio all’inconsapevolezza ti elettrizza così tanto il cervello che decidi di fare il tuo primo passo.
Lo assapori, lo ascolti, lo vivi; percepisci ogni singolo scricchiolio di quel legno, cerchi di appiattire più che puoi il piede allargando le dita per capire dove stai andando. In quale punto della stanza ti trovi? Cosa senti adesso? Ogni tuo senso è proiettato a dare il meglio… sorridi e ti sorprendi nel farlo perché è l’ultima cosa che pensavi di poter fare in una situazione del genere. Un altro passo, dai, lo vuoi fare, ne hai bisogno; altri rumori, altri piccoli segnali che a modo loro ti raccontano qualcosa, sono li per essere scoperti, interpretati. Alzi e abbassi i piedi in modo sempre più deciso, ti scopri quasi irriverente di fronte alla vastità di ciò che non conosci, ridi e ancora una volta sei stupito nel farlo perché ritieni che solo un folle farebbe altrettanto, e in quel momento la tua risata aumenta perché sai che ogni tua singola emozione si nutre di tanta irragionevolezza.
Sii temerario ed il rammarico non vivrà mai nei tuoi ricordi ti sussurri. Il tuo vacillare diventa passo deciso ed inizi ad imparare, inizi a conoscere, a comprendere ed il tuo passo deciso diventa corsa. Ascolti il battere dei tuoi piedi, il loro ritmo, comprendi le direzioni, decidi le svolte e apprezzi le soste perché esse ti daranno la possibilità di far tue per sempre le piccole cose che normalmente e naturalmente ti sfuggono. Anche ripercorrendo i tuoi passi centinaia di volte sai che non lo farai mai nello stesso modo, sai che ci sarà sempre uno scricchiolio di una tavola di legno che ti racconterà qualcosa, che magari già sapevi, ma lo farà in modo diverso. Ridi e lo fai come non hai mai fatto prima perché, anche ad occhi chiusi, quel buio che prima ti soffocava adesso non è più un limite.
È quell’attimo, quando le tue dita si sono alzate lentamente dal pavimento che, rimanendo per sempre nel tuo cuore, ti ricorderà quanto sia facile vivere anche solo di emozioni. In quella stanza, dove mi sono perso centinaia di volte ed ogni volta il ritrovarmi è stato meraviglioso quanto il perdermi, questa è la musica che mi hai raccontato.