La Coccinella Ron
rosita antonietta
Ciao, sono Ron, una coccinella, sai di quelle piccole piccole e rosse con tanti puntini neri sulla schiena? Che poi non è la mia schiena, ma sono le mie ali quando sono a riposo. A dirla tutta non ho tanti puntini, ma uno solo perché sono ancora un cucciolo; i puntini indicano la nostra età, ogni anno ci cresce un bellissimo tondo tutto nero, quindi come avrai capito ho solo un anno e nella mia comunità ad un anno non puoi fare grandi cose.. non ti puoi allontanare da solo dal villaggio, non puoi volare oltre l’altezza delle margherite, non puoi esplorare il mondo e devi mangiare tante verdure (bhleee) è tutto un “non puoi fare questo, non puoi fare quello, e no Ron, non puoi allontanarti dal gruppo di volo”, perché noi coccinelle andiamo a scuola, esattamente come voi bimbi, solo le nostre lezioni sono un po’ diverse, oltre alla grammatica, all’aritmetica abbiamo anche le ore di volo, la mia lezione preferita!
All’inizio avevo paura, chiudevo gli occhi prima di aprire le mie ali, ed emettevo un suono come ad incoraggiarmi, solo che usciva un lamento basso e rauco. I miei compagni mi prendevano in giro ed hanno iniziato a chiamarmi RooonnnRooonnn, come uno scooter che fa tanto rumore e non parte mai. È stato il mio cruccio, tornavo a casa da scuola sempre triste e trascinavo le zampette per terra, lasciando una pista, come a voler aderire di più al suolo. Mi vergognavo tanto che non avevo il coraggio di parlare con nessuno e mi limitavo a dire che tutto andava bene, ma il mio sguardo era infelice, gli adulti erano troppo presi dalle loro attività e non si accorgevano di nulla.
In un giorno di forte vento, la coccinella maestra ci aveva portato nel prato davanti alla scuola e con la sua bacchetta ci spronava a sbattere le ali per insegnarci a contrastare la corrente, perché nella vita capita sempre un giorno di vento. Così mi preparai al mio volo, chiusi gli occhi e lanciai il mio grido di incoraggiamento, aprii le ali e… proprio in quel istante una raffica di vento mi sollevò da terra e mi fece cadere gambe all’aria, tra le risa dei miei compagni. Mi ritrovai deriso e con un grosso bernoccolo a farmi compagnia nel mio tragitto solitario verso casa.
Nella piccola cucina la coccinella nonna era seduta vicino al camino girata verso il fuoco, non mi aveva sentito arrivare; canticchiava da tra sé e sé:
“Tieni gli occhi ben aperti,
fai un respiro per calmarti
apri le tue ali per levarti.
Piega leggermente le ginocchia
cerca di sentire il calore nella panciotta…
segui il vento con una piroetta.”
Non so bene cosa mi prese, ma corsi fuori inciampando lungo il vialetto e mi avviai verso il campo di granturco, quello vietato a noi cuccioli.
Mi sistemai lì, ben fermo sulle mie gambe, cantai la canzoncina della nonna e… meraviglioso, volavo volavo, sì volavo sopra il granturco, sopra le margherite, sopra il tetto della mia casa; solo allora mi accorsi della nonna sulla soglia che rideva tenendosi la pancia con le sue zampine cicciotelle.
Da quel giorno io, la coccinella RooonnnRoonnn sono diventato il primo della classe, ma solo nella materia di volo!
Rosita Antonietta